I mal di testa non sono tutti uguali. Il comune mal di testa, infatti, può manifestarsi come un sintomo di un disturbo più ampio, come per esempio l’emicrania che si accompagna frequentemente ad altri sintomi, oppure essere esso stesso il disturbo principale: in questo caso si parla di cefalea. Anche le cefalee, tuttavia, si classificano in modo diverso a seconda del modo in cui si manifestano e delle loro cause: per questo si parla di cefalee tensive in contrapposizione alle cefalee a grappolo.
La cefalea muscolo-tensiva (o semplicemente cefalea tensiva) è un tipo di cefalea primaria – non causata cioè da altri disturbi o patologie – che viene percepito sotto forma di mal di testa persistente e non pulsante localizzato generalmente nella zona occipitale, ovvero la parte posteriore del cranio posizionata al di sopra della nuca. Il sintomo principale della cefalea tensiva è proprio il dolore persistente a questa regione (o con minore frequenza esteso anche a tempie e regione frontale), descrivibile come il classico cerchio alla testa, anche se si tratta di un dolore di intensità medio-bassa e pertanto essa è considerata la forma meno dolorosa e meno invalidante di mal di testa. Oltre a questo, alle cefalee muscolo tensive non sono associati altri sintomi: in caso di nausea e disturbi alla vista, si è probabilmente in presenza di un’emicrania.
La causa della cefalea tensiva è, come dice il nome stesso, di natura muscolare: il mal di testa insorge in seguito a un’eccessiva contrazione dei muscoli di nuca, spalle e collo derivante da posizioni scorrette assunte troppo a lungo nella vita quotidiana. A soffrire più spesso di cefalea tensiva infatti sono le donne, ma in generale risultano più esposti tutti gli individui che stanno seduti per molte ore durante il giorno o con una postura protesa in avanti: per esempio, lavorare seduti al computer in ufficio è tipicamente la situazione che favorisce un irrigidimento dei muscoli e può provocare questo tipo di mal di testa.
Inoltre, possono essere ulteriori cause o fattori scatenanti anche:
Per curare la cefalea tensiva può essere indicato – dietro opportuna valutazione medica – l’utilizzo di farmaci analgesici, ma più semplicemente se si tratta di una forma episodica può essere sufficiente modificare la postura scorretta per eliminare la causa del disturbo; al contrario, in caso di cefalea tensiva cronica (caratterizzata da episodi frequenti e ripetuti) è opportuno intraprendere una terapia sotto la supervisione del medico.
Chi soffre di mal di testa caratterizzato da attacchi frequenti e ripetuti (anche numerosi nel corso della stessa giornata), che durano generalmente meno di un’ora e si manifestano con dolore intenso localizzato in una sola parte del capo, solitamente nella zona dell’occhio o della tempia, soffre probabilmente di cefalea a grappolo. Il dolore, più acuto rispetto alle altre cefalee, si accompagna ad altri sintomi come la lacrimazione dell’occhio interessato, il naso che cola, un’intensa sudorazione e l’arrossamento del volto, oltre a un generale stato di agitazione. Questo disturbo si chiama cefalea a grappolo perché i periodi attivi in cui gli attacchi di mal di testa si manifestano sono limitati nel corso del tempo e vengono denominati grappoli: ogni grappolo può durare da un minimo di 2 settimane a un massimo di 3 mesi e ricomparire dopo mesi o addirittura l’anno successivo, intervallato da un periodo di remissione durante il quale il mal di testa scompare.
Le principali differenze fra cefalea tensiva e cefalea a grappolo sono, oltre alla diversa frequenza con cui si manifestano, la maggiore intensità dolorosa di quest’ultima e il fatto che a soffrirne sono maggiormente gli uomini, per quanto si tratti di un disturbo meno diffuso in generale. Le cause delle cefalee a grappolo sono tutt’oggi poco chiare: ciò che sappiamo è che a provocare il dolore intenso è la dilatazione dei vasi sanguigni e il conseguente aumento di pressione sul nervo trigemino, e che è coinvolto l’ipotalamo, la parte del cervello che svolge una serie di fondamentali funzioni del sistema nervoso. Tra i possibili fattori scatenanti troviamo:
Anche per la cefalea a grappolo si distinguono forme episodiche e croniche: in ogni caso, la valutazione della cefalea deve essere effettuata da un medico, il quale si basa sui sintomi riportati dal paziente e su un’attenta anamnesi e, nei casi più gravi o complessi, può effettuare esami diagnostici ad hoc come TAC o risonanza magnetica. Il trattamento della cefalea a grappolo prevede generalmente il ricorso a farmaci antidolorifici specifici, in base al percorso terapeutico individuato dal medico.
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